La discesa si svolge da Vigevano a Pavia, uno dei tratti più classici del Fiume Ticino, percorso sempre navigabile, anche nei periodi di magra più acuti. Complessivamente il tratto misura circa 35 chilometri e non presenta difficoltà che superano il secondo grado. Inoltre il letto ampio, la portata d’acqua comunque considerevole e le sponde sempre percorribili, rendono la discesa adatta a tutti i canoisti.
L’imbarco avviene nei pressi del Lido di Vigevano, sulla sponda destra, immediatamente a valle del Ponte stradale - ferroviario. La corrente in questo punto è forte ma il letto ampio permette di scegliere la traiettoria più adatta alle proprie capacità. Per una quindicina di chilometri il fiume si ramifica in una infinità di canali che formano altrettante isole e banchi di ghiaia. In caso di acqua alta è interessante navigare lungo i diversi canali minori, con un livello basso è invece consigliabile mantenersi sul corso principale per evitare fastidiosi e faticosi inghiaiamenti. Nel tratto da Vigevano a Bereguardo la pendenza media è piuttosto pronunciata (1,5 0/00), quindi la corrente è uniforme e consistente. Gli unici pericoli sono dati dalla vegetazione che in alcuni punti, soprattutto all’esterno delle curve, impedisce la navigazione a ridosso delle rive e dai diversi alberi e rami arenati nell’asta fluviale che, in caso di collisione, possono generare conseguenze da non sottovalutare. Nei tratti dove il fiume cambia più repentinamente direzione, con particolari livelli d’acqua si formano fastidiosi mulinelli che, senza mai essere mortali, se non affrontati correttamente possono facilmente portare al ribaltamento. Entrambe le rive sono facilmente percorribili a piedi o in bicicletta, a Besate, a circa 7 chilometri dalla partenza, è possibile raggiungere con l’auto la sponda sinistra.Avvicinandosi a Bereguardo il Ticino assume un andamento unicursale e la corrente cala progressivamente. Alti tralicci che sostengono una linea elettrica preannunciano il Ponte di Barche di Bereguardo che deve essere superato solo attraverso il passaggio più a destra.
Immediatamente a valle del Ponte di Barche sono previste le partenze delle prove sul percorso ridotto oltre che il posto di ristoro dove i partecipanti potranno rifocillarsi. Ripartiti si intravede al termine del lungo rettilineo il Ponte dell’Autostrada Milano - Serravalle. In questo tratto il fiume torna a ramificarsi: è consigliabile mantenere comunque il ramo principale. La corrente è sensibile sino alla curva di Torre d’Isola (si riconosce per l’alto silos dell’acquedotto che appare all’orizzonte) dove sulla riva sinistra l’erosione ha messo a nudo una significativa sezione degli strati più recenti del materasso alluvionale padano. Immettersi nella curva richiede una certa attenzione per i rami presenti al centro dell’alveo: si consiglia di superarli seguendo il filo della corrente tenendosi a ridosso della riva sinistra o inserendosi per tempo nella zona di morta a pochi metri dalla riva destra (traiettoria consigliata ai meno esperti). Alla curva di Torre d’Isola segue un breve rettilineo che immette alla curva del Mulino Demichetti visibile sulla sinistra. Qui il Ticino torna ad assumere una morfologia unicursale, la pendenza del letto diminuisce, la corrente viene meno ed il percorsosi snoda in ampi meandri. Seguono il rettilineo del Poligono e quello del Canarazzo che aggirano un lungo lobo sabbioso prima zona di addestramento del Battaglione del Genio Pionieri di stanza a Pavia. Pavia è ormai alle porte: dopo un paio di chilometri si avvista sulla sinistra la Basilica di San Lanfranco, quindi è la volta del doppio ponte della Tangenziale di Pavia superato il quale si può già vedere il profilo della cupola della Cattedrale. Immediatamente a valle del Ponte della Ferrovia, da superare passando per l’arco centrale, l’arrivo e sulla sinistra lo sbarco alla Sede Nautica del CUS Pavia.
L’imbarco avviene nei pressi del Lido di Vigevano, sulla sponda destra, immediatamente a valle del Ponte stradale - ferroviario. La corrente in questo punto è forte ma il letto ampio permette di scegliere la traiettoria più adatta alle proprie capacità. Per una quindicina di chilometri il fiume si ramifica in una infinità di canali che formano altrettante isole e banchi di ghiaia. In caso di acqua alta è interessante navigare lungo i diversi canali minori, con un livello basso è invece consigliabile mantenersi sul corso principale per evitare fastidiosi e faticosi inghiaiamenti. Nel tratto da Vigevano a Bereguardo la pendenza media è piuttosto pronunciata (1,5 0/00), quindi la corrente è uniforme e consistente. Gli unici pericoli sono dati dalla vegetazione che in alcuni punti, soprattutto all’esterno delle curve, impedisce la navigazione a ridosso delle rive e dai diversi alberi e rami arenati nell’asta fluviale che, in caso di collisione, possono generare conseguenze da non sottovalutare. Nei tratti dove il fiume cambia più repentinamente direzione, con particolari livelli d’acqua si formano fastidiosi mulinelli che, senza mai essere mortali, se non affrontati correttamente possono facilmente portare al ribaltamento. Entrambe le rive sono facilmente percorribili a piedi o in bicicletta, a Besate, a circa 7 chilometri dalla partenza, è possibile raggiungere con l’auto la sponda sinistra.Avvicinandosi a Bereguardo il Ticino assume un andamento unicursale e la corrente cala progressivamente. Alti tralicci che sostengono una linea elettrica preannunciano il Ponte di Barche di Bereguardo che deve essere superato solo attraverso il passaggio più a destra.
Immediatamente a valle del Ponte di Barche sono previste le partenze delle prove sul percorso ridotto oltre che il posto di ristoro dove i partecipanti potranno rifocillarsi. Ripartiti si intravede al termine del lungo rettilineo il Ponte dell’Autostrada Milano - Serravalle. In questo tratto il fiume torna a ramificarsi: è consigliabile mantenere comunque il ramo principale. La corrente è sensibile sino alla curva di Torre d’Isola (si riconosce per l’alto silos dell’acquedotto che appare all’orizzonte) dove sulla riva sinistra l’erosione ha messo a nudo una significativa sezione degli strati più recenti del materasso alluvionale padano. Immettersi nella curva richiede una certa attenzione per i rami presenti al centro dell’alveo: si consiglia di superarli seguendo il filo della corrente tenendosi a ridosso della riva sinistra o inserendosi per tempo nella zona di morta a pochi metri dalla riva destra (traiettoria consigliata ai meno esperti). Alla curva di Torre d’Isola segue un breve rettilineo che immette alla curva del Mulino Demichetti visibile sulla sinistra. Qui il Ticino torna ad assumere una morfologia unicursale, la pendenza del letto diminuisce, la corrente viene meno ed il percorsosi snoda in ampi meandri. Seguono il rettilineo del Poligono e quello del Canarazzo che aggirano un lungo lobo sabbioso prima zona di addestramento del Battaglione del Genio Pionieri di stanza a Pavia. Pavia è ormai alle porte: dopo un paio di chilometri si avvista sulla sinistra la Basilica di San Lanfranco, quindi è la volta del doppio ponte della Tangenziale di Pavia superato il quale si può già vedere il profilo della cupola della Cattedrale. Immediatamente a valle del Ponte della Ferrovia, da superare passando per l’arco centrale, l’arrivo e sulla sinistra lo sbarco alla Sede Nautica del CUS Pavia.
Potete trovare tutto su questo link: http://www.ticinomarathon.eu/index.htm
Nessun commento:
Posta un commento
Inserisci qui i tuoi commenti...